Squabby's Nermal
13/07/2007 - 06/06/2020
Roma, 6 giugno 2020

Un grande gatto, non solo un gatto grande.
Il Maine Coon spesso viene anche chiamato "Il gigante buono". Alcuni Maine Coon lo sono anche più di quello che ti aspetti da loro e tu Nermal lo sei stato sia dal punto di vista del gigante che del buono.
Chi ha avuto modo di vederci in qualche esposizione o è venuto a casa nostra e ti ha incontrato di persona è stato sicuramente colpito dal tuo aspetto imponente, grande, robusto, maestoso... un vero Maine Coon, un gatto di fronte a cui la gente che ti incontrava per la prima volta non riusciva a trattenere esclamazioni di stupore. In effetti quando qualcuno diceva "ma da piccolo" anche noi abbiamo sempre detto che tu Nermal non sei mai stato piccolo, sei semplicemente stato cucciolo.
Per noi che abbiamo avuto l'onore di viverti accanto per quasi 13 anni, però, quello non è stato il solo aspetto che ci ha sempre impressionato e reso fieri del meraviglioso gattone che eri. Tu sei soprattutto stato sicuramente uno dei gatti più buoni e gentili mai esistiti.
Non hai mai mostrato segni di insofferenza durante i lunghi viaggi per andare a qualche strana expo in luoghi remoti, ti sei sempre fatto lavare, spazzolare, dare medicine all'occorrenza (e in questo ultimo anno è servito, purtroppo), sempre senza mai protestare, senza tentare di reagire o fare del male a un qualsiasi umano.
Hai sopportato anche il dolore di questi ultimi tuoi giorni con una compostezza e una dignità che pochissimi, forse nessun essere umano ha o avrà mai, sempre cercando di starci vicino e cercando coccole e affetto e senza purtroppo farci ben capire quanto tu stessi male.
Ho migliaia di ricordi legati a te, al tuo carattere, alla tua dolcezza, mi si stanno tutti affollando insieme in mente e faccio anche fatica a riordinarli, a riviverli e soprattutto così a caldo a parlarne.
Ricordo la prima volta che hai fatto una ecocardio e un prelievo di sangue, un anno e già pesavi più di 9.5kg. Vedendo la tua mole, chiamarono 2 infermieri per tenerti fermo. Io gli dissi molto tranquillamente che non c'era bisogno e ti misi io in posizione. Ti lasciasti rigirare senza un fiato, rimanendo fermo e tranquillo mentre io ti accarezzavo il capoccione e ti parlavo, tra lo sbigottimento generale di tutti i presenti. E così è stato sempre, mai una reazione, mai una zampata, un graffio, un morso.
Non potrò mai dimenticare le attenzioni che hai avuto per Nessie quando è stata male per aver ingerito qualcosa di tossico di cui non ci eravamo accorti fosse finito alla sua portata. Tornata dalla clinica, salva ma molto debole, una volta uscita dal trasportino non riusciva ancora a camminare bene. Noi non abbiamo fatto in tempo a fare un solo passo che subito tu ti sei messo al suo fianco e l'hai sostenuta, appoggiata a te, sino alla fontanella mentre lei cercava di andare a bere e poi fino alla ciotola delle crocchette. Fianco a fianco, lei appoggiata a te, avete fatto la strada insieme e le sei stato vicino per 3 giorni senza allontanarti mai da lei di un solo passo, finchè non si è ripresa completamente.
Con i cuccioli sei sempre stato un padre e un nonno splendido, anche adottivo quando non erano i tuoi discendenti. In occasione delle nostre prime due cucciolate, ormai quasi 12 anni fa, hai mostrato un'attenzione e un senso di protezione per i piccoli che non avrei mai immaginato.
Tu avevi avuto 5 cuccioli da Lenie e Nessie aveva avuto altri 5 cuccioli pochi giorni dopo ma da un altro maschio non nostro. Non hai mai fatto distinzioni, erano tutti 10 cuccioli tuoi per quanto ti riguardava e te ne sei sempre preso cura, toelettandoli e giocando con loro. Se nelle primissime settimane le femmine si allontanavano dalla loro nursery c'eri tu sempre a protezione dei cuccioli, sdraiato di traverso appena fuori dalla cuccia, senza mai allontanarti fin quando la madre non tornava.
Non appena mi mettevo sul divano la tua prima reazione era saltarmi subito in braccio e cercare di farmi stendere per salirmi sul petto a "fare la pasta", così come quando andavo a dormire: quella era la tua occupazione preferita, solo ti dovevi "litigare" il posto con la tua degna figlia Alpha. Non riesco nemmeno a pensare a quante volte mi sono addormentato con il vostro dolce peso addosso.
Ci hai regalato emozioni grandi sia nella vita di tutti i giorni che nelle esposizioni, con risultati sempre ottimi. Già dodicenne continuavi a far tornare a casa con le pive nel sacco numerosi giovincelli di belle speranze che assai raramente riuscivano ad avvicinare la tua imponenza. Ci hai fatto sorridere, emozionare, conoscere tante persone che colpite da te continuavano a seguirci e soprattutto seguirti sui social media e a tornare a trovarti ad ogni esposizione romana.
Parecchi hanno anche deciso di adottare un tuo discendente come compagno di vita grazie a te e a quello che mostravi sul carattere di questa splendida razza di gatti che rappresentavi degnamente. Una volta con te in braccio sul palco di una mostra in attesa del giudice, sono passate due persone che ti hanno visto ed esclamato "Guarda, c'è Nermal" e io sinceramente non avevo la più pallida idea di chi fossero... Ma loro conoscevano te.
Ho in mente tantissimi momenti insieme a te, così tanti che mi sembra non possa bastare una vita per ricordarli tutti, e in fondo, sì, è trascorsa tutta una vita con te, per un gatto 13 anni sono una vita intera. Speravo però che tu potessi restare ancora con noi a lungo ma purtroppo non è andata così.
Quando abbiamo scoperto un anno fa quei calcoli alla colecisti e ti abbiamo sottoposto a quell'intervento speravamo che fosse tutto finito, ma invece i calcoli continuavano a riformarsi e alla fine, dopo un anno dall'intervento il tuo piccolo fegato non ha più resistito. Avremmo potuto provare un nuovo intervento, ma tu ormai eri ancora troppo debilitato dall'intervento precedente e dalle complicazioni causate dal riformarsi dei nuovi calcoli.
Il momento in cui io e Laura abbiamo deciso di non farti più soffrire, di lasciarti andare via con la dignità e la compostezza che hai sempre avuto è stato dolorosissimo, e ancora adesso mi sento in colpa per non aver provato, non essere riuscito a salvarti. Il parere della dottoressa che ti ha seguito è stato determinante, ci ha fatto capire che probabilmente non avresti superato un nuovo intervento ma che lasciarti così significava solo farti soffrire, che gli esami purtroppo parlavano chiaro.
Con la morte nel cuore abbiamo deciso che non meritavi questa sofferenza e che forse era davvero meglio lasciati salire su quel ponte dove ti aspettano le tue figlie Alpha e Altair. Ora riposi anche tu in mezzo a loro sotto il grande cedro del Libano, senza più soffrire.
Addio Nermal, sit tibi terra levis, amore mio.





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